mercoledì 12 giugno 2013

LEGNAGO E IL SUO TRIBUNALE. ORE FONDAMENTALI PER SALVARLO

E intanto le difficoltà nella traslazione dei fascicoli della Sezione Distaccata, proroga o meno, faranno differire l'accentramento oltre il 13 settembre

Le dure parole del Presidente Napolitano, il quale, giusto ieri, ha tacciato come "scandaloso e inaccettabile" il disegno di legge134/13 per la proroga e sospensione delle disposizioni per il riordino della geografia giudiziaria, potrebbero, incredibilmente lasciare uno spiraglio di luce per la salvezza per il nostro secolare presidio di giustizia.
Il braccio di ferro tra Governo e Parlamento potrebbe sfociare infatti in una modifica del decreto legislativo “Severino” 155/12 che, se si rifacesse al parere espresso dalla Commissione Giustizia del Senato, potrebbe salvaguardare alcuni tribunali minori e alcune sezioni distaccate – 39 su 220 – e tra queste quella di Legnago, da sempre – malgrado le difficoltà dovute alle carenze di organico (sia giudicante che ausiliario) -  sinonimo di efficienza.
orgoglio forense legnaghese, sit-in nella "fatal Verona" (foto Bebo)
E che l'accorpamento con la sede centrale veronese sia davvero problematico l'ha voluto sottolineare ieri pomeriggio, durante un incontro tenutosi nel Palazzo di Giustizia di Via San Martino con il “Foro legnaghese” ed il Presidente dell'Ordine degli avvocati veronesi, lo stesso Presidente del Tribunale di Verona, Dott. Gianfranco Gilardi.
La buona produttività della Sezione Distaccata di Legnago (che esaurisce in media c.ca 400 procedimenti civili l'anno), nonché la difficoltà di accentrare a Verona tutti i fascicoli legnaghesi, peraltro senza poter contare nell'applicazione del personale ausiliario che – in caso di dismissione del Palazzo di Via San Martino – verrebbe assegnato perlopiù in altri sedi giudiziarie, consigliano infatti, anche in caso di mancata proroga/sospensione del Dlgs 155/12, di ritardare oltre il 13 settembre 2013 l'accorpamento.
In punto deve infatti osservarsi come lo stesso articolo 8 del decreto Severino consentirebbe il mantenimento, per non più di cinque anni, degli immobili, sedi degli uffici soppressi, a servizio dell’ufficio giudiziario accorpante. Una norma che potrebbe essere interpretata nel senso di lasciar vivere in detti immobili le funzioni di amministrazioni della giustizia.
Va da sé che, in caso di mancata modificazione del decreto Severino, la proproga e la sospensione delle sue disposizioni non farebbero altro che ritardare la condanna a morte del nostro Tribunalino.
Per questo la battaglia vera sta nell'ottenere una modificazione del decreto 155 capace di ricomprendere la salvaguardia del nostro presidio di giustizia; le forze politiche locali stanno attivandosi trasversalmente per raggiungere tale obiettivo.
uno scorcio del nostro "Palazzaccio" (foto Bebo)
Fonti accreditate vedrebbero la riunione di concertazione tra la nuova Guardasigilli Cancellieri e i capigruppo della Commissione Giustizia fissata per la mattina del prossimo 18 giugno.

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