Di case ce ne sono in abbondanza. Nuove
e in gran parte invendute (Corte Perez), potenziali (la zona Peep,
che malgrado la pubblicità fatta in paese nessuno ha preso in
considerazione), e sei – praticamente nuove – oggetto di
esproprio.
Questa disponibilità (e invendibilità)
scoraggrerebbe qualsiasi imprenditore edile. Ma evidentemente –
vista la ancor più devastante crisi dell'agricoltura – non frena
chi vuol disfarsi di terreni agricoli.
Nel disastro economico della nostra
Città, dove le risorse comunali sono inversamente proporzionali alle
richieste di sussidi sociali, qualsiasi amministratore è ben lieto
di stendere un tappeto rosso all'intraprendente imprenditore che vuol
costruire. Anche quando – com'è l'impressione comune oggigiorno -
ci sono più case che abitanti.
Nel caso della lottizzazione "Villa
Pompei" si è voluto esagerare con l'ottimismo: verranno ad
abitarci 765 persone; così da necessitare la trasformazione in
destinazioni urbanistiche edificabili di 174mila mq di terreni
agricoli (peraltro in un'area a forte vocazione paesaggistica).
Ai miei tempi tale trasformazione
urbanistica (simile, eccezion fatta per la contropartita che doveva
essere l'embrione di una nuova Casa di Riposo) non convinceva molto il sottoscritto (ma piaceva a tutti quanti gli altri), nè i tecnici comunali nè quelli regionali.
Ma si sa. La politica fa miracoli.
Soprattutto all'incontrario.
6 commenti:
non convinceva i tecnici comunali ?
ma Paolo l'U.T. è risaputo và dove tira il vento (era così anche ai tempi in cui eri assessore ma allora ti andava bene ?) e probabilmente quel vento è cambiato.
ciao
Gentile anonimo.
Davvero mi è oscuro il suo pensiero.
Da che mondo e mondo i tecici si attengono alle direttive dei politici.
è corretto quello che scrivi "alle direttive dei politici" ecco dove tira il vento,
qualcuno dovrebbe spiegare ai legnaghesi perché il regolamento del verde è ancora sospeso
forse perché vietava le giostre nel parco ?
parco che tutti i non legnaghesi ci invidiano e dovrebbe essere salvaguardato e curato, invece.....
Mi dispiace continuare ad usare il "Lei" ma la forma di anonimato da lei scelta per scrivermi non mi consente di usarle la stessa confidenza che lei usa a me.
L'espressione "dove tira il vento" mi sembra inopportuna se usata nei confronti di chi - nei limiti della legalità, ovviamente - deve attenersi alle direttive della politica; come peraltro sottolineano le stesse normative nazionali che discriminano tra i compiti del politico e quelli del funzionario / dipendente pubblico.
Del resto credo che lei sarebbe il primo a sorprendersi se un operaio si rifiutasse di eseguire un prodotto secondo le direttive a lui impartite dall'azienda èper la quale lavora.
O no?
Quello del parco è un argomento un po' distante ad quello qui trattato.
Ad ogni modo il regolamento del verde era stato "congelato" in quanto era eccessivamente rigoroso e, per certi versi, inattuabile (vietava le potature, vietava la piantumazione di flora non autoctona etcc...).
Se un regolamento è snello e porta un valore aggiunto alla vita di una comunità tanto di guadagnato; diversamente è un'inutile ridondanza rispetto alle normative già esistenti.
Quanto alle giostre al parco credo che i legnaghesi le preferiscano li piuttosto che ad occupare uno dei pochi parcheggi liberi rimasti in centro.
Se poi vennisse accertato che la loro presenza danneggia il verde, allora sarebbe giusto pernsare di spostarle. Oggi nessuna controindicazione con carattere scientifico è stata rilevata.
Un caro saluto
Caro Paolo, non credo di esagerare definendo questa politica predatoria del territorio, attraverso lottizzazioni a destra e a manca, squallida. Non c'è piu limite alla devastazione, cosi è stato per l'operazione Ex RIELLO a Porto, un orrore di cui nessuno è responsabile. Si costruisce per lasciare vuoto, intanto le frazioni muoiono. Penso a Porto, dove di tanto in tanto faccio ritorno, lasciato a se stesso e diventato un dormitorio. La politica cosi come la conosciamo è morta, da destra a sinistra servono interpreti nuovi, servono facce nuove, pulite e oneste. Cordiali saluti Tommaso
Caro Tommy, intanto grazie per il tuo contributo.
Lottizzare è lo sport preferito di tutta una generazione di politici che ci ha preceduto.
Probabilmente perché è da qui che si ricavava una delle principali fonti per migliorare la città, ovvero gli oneri di urbanizzazione.
L'operazione Ex RIELLO a Porto non è peggiore di tante altre lottizzazioni.
Sei fin troppo ottimista quando sostieni che "si costruisce per lasciare vuoto, intanto le frazioni muoiono".
Perché diversi piani di lottizzazione sono fermi, più morti che vivi.
Occorre passare ad una fase nuova, dove la prima cosa da fare è creare i presupposti per l'offerta lavorativa. Senza questa condizione preliminare non ha senso, in una città "chiusa per disoccupazione" realizzare nuovi enormi complessi residenziali
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