lunedì 27 ottobre 2014

Grazie Renzo!

Giovedì 23 Ottobre il consigliere comunale Renzo Sandrini, rappresentante della Lista Civica per Legnago – Longhi Sindaco, ha rassegnato le dimissioni immediate da Palazzo De Stefani.
Sul rapporto tra Renzo e i vari politicanti legnaghesi se ne sono scritte tante e se ne scriveranno ancora, almeno nei prossimi giorni.
Vorrei tuttavia raccontarvi il “mio” Renzo, di come l'ho conosciuto ed apprezzato; vorrei spiegarvi perché per me è stato e resta un Uomo genuino e speciale.
Correva l'anno 2010 quando bussò alla mia porta in Comune - facevo ancora l'assessore ai lavori pubblici – per domandarmi, cosa più unica che rara, non un favore personale ma un intervento per la sua amata frazione di Vigo.
Renzo era vicepresidente del Comitato del quartiere. Quel giorno cominciammo a prenderci in simpatia.
Mi piaceva quel suo essere tenace ma comunque garbato.
Della politica di Palazzo a Renzo è sempre importato poco o nulla. Però, per la stima che si era creata tra noi, si convinse a iscriversi al Pdl (sic!) e a votare al congresso provinciale per la mia parte.
Lo ritrovai tra i più grandi attivisti di Facciamo per Legnago prima e della Civica per Legnago poi.
Il cambio fu dovuto ad un fatto di omonimia con Paolone Sandrini il quale, essendo tra i fondatori del mio primo gruppo civico, aveva la precedenza a candidarsi nella lista originaria.
In campagna elettorale è stato tra i più bravi; e non solo per le preferenze prese.
Più che un attivista era un vero e proprio pāsdārān.
Gazebo alle nove di mattina? Lui all'alba era già lì, col grande Sergio Bonomo, a montare i trabiccoli, per assicurarci i posti migliori.
Le sue “fassette” con cui aggiustava tutto e il tormentone “Paolo, posso fare 'na domanda?” resteranno per sempre scolpite nella storia, sfortunata, di questa nostra pazza campagna elettorale.
Visto il successo della sua Lista, Renzo – con poco più di cinquanta preferenze (la mole di candidature aveva abbassato notevolmente le cifre individuali) - venne eletto in Consiglio Comunale.
Vi ho già detto che a Renzo interessa ben poco della politica di Palazzo. Mi correggo, Renzo Sandrini ha una vera e conclamata allergia per il Palazzo: non ne capisce gli intrighi, detesta il teatrino consiliare e le disquisizioni politiche. Insomma, va un po' dove un lo porta il cuore.
Così, quando un suo amico, convertito alla causa padana, tentò di acquisirlo all'esercito di Lucianone, Renzo non seppe rifiutare né gli inviti, né le disquisizioni politiche che lo convinsero ad una preferenza leghista alle elezioni provinciali.
Sbagliate se credete che sia stato comprato, perché Renzo non è in vendita.
Semplicemente sognava che tutti gli amici potessero battersi per una causa comune.
Forse lui non aveva capito le malevole intenzioni leghiste, o forse sbaglio io a pensar male.
Sta di fatto che, con le sue dimissioni, intrise di orgoglio, Renzo ha messo a tacere ogni ipotetico tentativo del Carroccio per tornare in consiglio comunale dalla finestra dopo il terrificante tonfo elettorale.
É la vittoria della dignità sulle furbizie e sulle bugie. Mica nulla.

Grazie Renzo



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