domenica 19 ottobre 2014

Un giorno dell'indignazione contro l'indifferenza

Sabato 25 ottobre, la mattina, in Piazza Garibaldi 



di Paolo Cecco 
Paolo Cecco
Facciamo per Legnago
Cara Ceylan Ozalp, tu sei sempre lì, splendida, ritta di fronte all’Orrore, e alla nostra coscienza . Tu sei fissa, cristallizzata per sempre nell’attimo in cui hai premuto il grilletto, la pistola stretta alla tua tempia, e noi stiamo per sempre a guardarti, muti e schifati. Perché tu, diciannovenne fiera e quasi spudorata nella tua età felice, avevi scelto di negarla. Sparavi e combattevi e urlavi la tua libertà, inarrivabile donna peshmerga”. La storia di Ceylan, la combattente curda che ha preferito spararsi un proiettile in testa anziché- oramai accerchiata- consegnare le proprie carni e il proprio spirito alle milizie del Califfato dell' Isis; deve farci riflettere e scuotere violentemente le nostre coscienze. Tra le principali colonne portanti che, con estremi sacrifici e tribolazioni, abbiamo sorretto per cementificare quel crogiolo di identità, valori, usi, mentalità e tradizioni che si riferiscono al “mondo occidentale”; il diritto all'indignazione riveste un ruolo particolare. Un sentimento, quello appena menzionato, acquisito dopo aver ingoiato e successivamente vomitato tutte le nefandezze commesse nei momenti più bui del nostro passato. Oltre, al dramma di un popolo che sta tenacemente ed eroicamente lottando per mantenere le proprie tradizioni e la propria autodeterminazione, in talune parti del mondo si assiste inesorabilmente ad un esodo di uomini, donne, bambini e anziani obbligati a lasciare le proprie case, incarcerati per blasfemia, le ragazze rapite ed obbligate a sposarsi contro la loro volontà. Offensivo restare inermi e indifferenti dinnanzi a questa contemporanea Via Crucis. In Siria ed Iraq sono già state eliminate minoranze cristiane e yazidi che esistevano da millenni. Ora si tenta con i curdi. Domani con i drusi, confessione esoterica dell’Islam e dopodomani di chi sarà il turno? Ecco il motivo di una particolare “adunata” in piazza per manifestare tutta la nostra indignazione. Protesta contro chi, ancora nel 2014, si rende ciecamente intollerante e ha il solo scopo di soffocare altre storie, altre culture, altre religioni, altre vite umane degne di essere vissute e rispettate. Altresì, una maschia diffida anche nei confronti di un' altra mentalità disillusa, muta, schiva, inerme, capace di leggere e interpretare qualsiasi atto e tragedia umana con un certa distanza, degna della più spregiudicata realpolitik. Da legnaghesi non ci è permesso portare bombe a Kobane e nei territori martoriati, ma possiamo inoltrare tutta la nostra sacrosanta indignazione. Un giorno dell'indignazione a Legnago, dunque, per arginare l'indifferenza odierna e riscoprire, invece, quei valori di rispetto, giustizia, coscienza e razionalità con i quali si è pensato di forgiare un modello di società ed una visione politica. Certo, la politica... si è perfettamente consci che tutto questo può servire poco o nulla alla politica nostrana, specie a quella locale; ma Cui prodest? Per una mattinata si può prendere il pungente freddo autunnale nella nostra bella piazza, per sponsorizzare quell'onore e quel non piegar d'unghia, come ha magistralmente insegnato Ceylan, a chi cerca di sopraffarti di tutto. La politica può e deve andare oltre alla lotta per entrare nelle società partecipate, alle fantomatiche elezioni provinciali ed a meri interessi personali. Riscoprire, perciò, per un giorno il valore collettivo dell'impegno civico anche con sfide solo apparentemente a noi distanti ma che, ancora una volta vanno all'essenza del nostro scheletro collettivo: si cessa di esistere (e si innalzano le bandiere nere dell' Isis) quando vanno a morire quel surplus di idee, valori che sorreggono le fondamenta del nostro vivere comune. “Una cartuccia ancora... Loro a pochi metri... Li guardi, Ceylan Ozalp. Non sei mai stata così bella, non ha mai avuto così ragione, il tuo sguardo inghiotte il mondo, con loro dentro. E con noi. Noi che possiamo stare qui, a scrivere, mangiare, amare, respirare, prendere in giro il tempo come più ci aggrada, noi che possiamo non incrociare l’Orrore perché ci sei tu a tenerlo a bada. L’ultima pallottola per te, Ceylan Ozalp, l’ultima pallottola, una morte che vale più di qualsiasi vita”(Lettera a un eroina di Kobane)
Ceylan Ozalp

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