domenica 10 giugno 2007

ITALIA - EUROPA; DOCUMENTO REDATTO PER LA TRE GIORNI DI BOLOGNA

L’ITALIA E L’EUROPA
I) Identità nazionale e vocazione europea
La destra italiana, anche prima della nascita di Alleanza Nazionale, è sempre stata europeista.
Ciò significa che nel Dna della destra vi è il fine ultimo di coniugare il concetto di nazione, o meglio l’identità nazionale, con la costruzione di uno spirito continentale.
Il punto di partenza non è il nazionalismo ma, appunto, il patriottismo. Non la tensione all’imperialismo quanto invece il senso di appartenenza di un popolo ad una nazione che non esclude, ma ricerca e valorizza, il rispetto e la collaborazione con altri popoli.
L’approccio della destra italiana rappresenta una via terza rispetto a quello dei fautori del superamento degli stati nazionali ma soprattutto rispetto all’idea di valorizzare l’Europa soltanto come luogo di mercato comune.
È corretto quindi sottolineare come la stessa carta costituzionale europea si soffermi sul concetto di “Unione di stati sovrani”.
Unione come approdo di quel processo di riunificazione di popoli divisi sino a ieri dal mostro sovietico, dalla cortina di ferro, ma impregnati da secoli della cultura greca, romana e cristiana.
Non c’è la necessità di costruire l’uomo europeo.
Innanzitutto perché la politica non può pensare di sostituirsi ai desiderata, ai cuori degli uomini (e quando ha cercato di farlo ha prodotto sterminio); in seconda battuta perché al di la delle lingue diverse, nonostante l’ultimo secolo abbia ospitato l’incendio del vecchio continente, già esiste l’embrione del demos europeo.
Certo, non un popolo che faccia riferimento alla bandiera blu stellata, ma la consapevolezza diffusa che l’Europa delle cattedrali e del diritto romano, prima ancora che l’Europa dell’euro e dell’erasmus, alberghino nella maggior parte dei cittadini del vecchio continente.
II) L’Europa dei tecnocrati
Bella senz’anima. Il rischio che corre l’Unione europea è quello di cercare di costruire l’Europa su fondamenta di tecnicismo giuridico ed economico.
Non solo infatti verrebbe intaccato il soffio vitale che da secoli contraddistingue, pur nelle diversità, i popoli del vecchio continente, ma ne snaturerebbe le finalità, privilegiando ciò che è conveniente rispetto a ciò che è europeo.
Fondamentale è allora che la politica abbia possa effettivamente dettare le regole del gioco.
Regole che non debbono portare alla paralisi delle istituzioni europee, come accadrebbe continuando a imporre la regola del voto all’unanimità.
Significherebbe non poter esprimere una solida politica estera e una dignitosa politica di difesa.
Non possiamo pensare che l’Europa del III millennio ritenga di poter offrire al mondo non la forza ma la sua trascendenza di poter risolvere le relazioni tra gli stati solo con la legge.
Nella speranza che a trarci d’impaccio dalle crisi militari siano sempre gli Stati Uniti d’America.
III) Stati Uniti d’Europa
La via scelta per la consacrazione politica dell’Europa è quella della federazioni di stati nazionali europei alla ricerca di forme sempre più stringenti di cooperazione.
Ad oggi tale percorso sembra essere quello che offre maggiori garanzie per rispettare la legittimazione che deriva all’Europa dagli stati che la compongono.
Tuttavia, malgrado la genesi della confederazione americana sia emblematica e del tutto differente rispetto all’attuale assetto degli stati che condividono il progetto europeo, l’impegno in una sempre più forte integrazione fra gli stati europei nonché la ricerca di una solida politica estera e di difesa possono stravolgere l’idea di un vecchio continente rassegnato alla propria debolezza internazionale e all’unilateralismo usa.
Limitandoci ad un aspetto meramente politico la differenza, sotto questo aspetto, la si vedrà con la riforma del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, qualora l’Europa riuscirà avrà un’unica ma autorevole voce.
IV) Identità europea e ingresso della Turchia
Dopo il clamoroso no dei francesi al trattato costituzionale europeo il neo presidente Nicolas Sarkozy ha annunciato il ritorno della Francia nel progetto europeo.
E se Sarko persegue l’idea di un trattato semplificato (presidenza stabile, ministero degli affari esteri, estensione del campo della maggioranza qualificata da approvarsi con il voto del parlamento francese e non più con il referendum) contemporaneamente rilancia il suo no all’ingresso della Turchia in Europa che “deve avere delle frontiere e deve dare maggiore precisione al principio della capacità di assorbimento".
Se la chiave di volta per l’influenza europea ed islamica nel mondo torna ad essere il Mediterraneo è opportuno valorizzare la cosiddetta Unione mediterranea distinta dall’Unione europea, un’area di libero scambio e di cooperazione politica ma ben distante dal poter mischiarsi con i progetti e le finalità dell’Unione europea.
È innegabile che tale posizione rappresenta un importante segnale di quella che dovrà essere la rotta dell’Europa, che ha bisogno di un futuro ben delineato e meno convenzionale.
Già, perché – come si è anticipato – non ci si può crogiolare nell’illusione che le migliori tecniche giuridiche ed economiche cancellino l’identità europea;
Né ci si può illudere che l’abbraccio incondizionato ad Ankara possa risolvere una volta per tutte la sfida tra occidente e fondamentalismo islamico a favore di un dialogo costruttivo con la regione più laica.
Il fatto è che per dialogare e costruire non è necessario assorbire: il rischio è quello di disperdere un’identità, quella europea.
Pur nell’innegabile cornice degli stati laici che la compongono, l’Europa ha nel cuore la cristianità.
È innanzitutto all’evangelizzazione cristiana che l’Europa deve il secolare trait d’union tra i suoi popoli ed etnie sfociato poi nel Sacro Romano Impero.
Per sentirsi figlio di una sola patria, Robert Shuman, uno dei padri fondatori dell’Europa, si rifaceva all’”Europa delle cattedrali”, ovvero ad un idea europea che avesse una forte dimensione etico culturale.
In chiosa non può tralasciarsi l’appello di papa Giovanni Paolo II a Santiago di Compostela nel 1982: “Europa, ritrova te stessa. Sii te stessa. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici”.

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