lunedì 31 marzo 2008

La ricetta della sinistra per salvare l'ospedale di Legnago. Sottoporre a tariffa piena per i rifiuti le sale di degenza

La maggioranza consiliare ha approvato il nuovo regolamento per l'applicazione della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani.
Tra le novità più rilevanti, quella che ha sortito l'alzata di scudi del centrodestra riguarda l'assoggettamento a tariffa piena
delle sale degenza dell'ospedale, ad eccezione di quelle che ospitano pazienti affetti da malattie infettive.
Il Mater salutis conta su 12.677 mq di superficie destinata alle sale di degenza.
Il cibo dell’ospedale viene smaltito dalla stessa azienda sanitaria. E così le medicine e le garze.
In queste stanze, che andiamo a sottoporre a tariffa, i malati consumano al massimo un pacchetto di cracker, un succo di frutta.
La quantità di rifiuti prodotta giornalmente non è certo quella di una famiglia media.
È poca cosa.
Eppure applichiamo tariffa piena. E il conto è presto fatto: chiediamo all’Ulss21 di pagare circa 30mila euro l’anno (12.677 x 1,87 più iva).
Questo, dopo tanti proclami salvifici in ordine al tema della sanità, è il modo concreto che ha questo Comune per relazionarsi con la più importante istituzione del proprio territorio.

6 commenti:

Federico Zuliani ha detto...

Se i legnaghesi, cm mi auguro, non ne possono più di questo tipo di gestione, non hanno altro da fare che attendere la primavera prossima, recarsi in massa alle urne e dare il governo cittadino al centrodestra legnaghese. LEGNAGO A CHI LA AMA!

____ ha detto...

Grande Fede, Ti andrebbe di fare affissioni questa settimana?

Anonimo ha detto...

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Federico Zuliani ha detto...

Ul saluto all'amigo do Brasil...

Affissioni?!?Uhm, interessante...fammi sapere!

____ ha detto...

l'amigo du brasil mi sa che scrive a tutti quanti...
Poi, per l'affissione, mettiamoci d'accordo.
Sarebbe fondamentale!

Anonimo ha detto...

DA L'ARENA

LEGNAGO. Approvato, con qualche sorpresa, il nuovo regolamento delle tariffe sullo smaltimento della spazzatura

L’ospedale dovrà pagare
i rifiuti dei suoi ricoverati
di Stefano Nicoli

Poco importa che i pazienti ricoverati all’ospedale di Legnago si limitino a consumare un pacchetto di cracker, qualche biscotto e quando va bene un succo di frutta. Così come non fa differenza che l’Ulss 21 smaltisca direttamente gli avanzi dei pasti al pari dei medicinali, delle garze e di qualsiasi altro materiale usato per la propria attività. A partire da quest’anno anche le sale di degenza del «Mater salutis», ad eccezione di quelle che ospitano persone affette da malattie infettive, saranno assoggettate al pagamento della tariffa rifiuti. E quindi per l’Azienda ospedaliera della Bassa si profila all’orizzonte un ulteriore salasso di circa 30 mila euro all’anno calcolato su una superficie utile di 12.677 metri quadrati: le sale operatorie, le stanze di medicazione, gli ambulatori, i locali per analisi e terapie, o comunque quelli adibiti ad altri usi ove si producono esclusivamente rifiuti sanitari o radioattivi, continueranno, infatti, ad essere esenti dal balzello.
È questa la principale novità contenuta nel nuovo regolamento per l’applicazione dell’imposta adottato dal consiglio comunale con l’astensione del centrodestra. Una decisione motivata da Alessandro Pozzani, assessore all’Ecologia, «con l’esigenza di uniformare il nostro regolamento alle direttive regionali secondo le linee guida inserite in quello dell’Arpav». «In ogni caso», ha puntualizzato Maurizio Zampieri della Rosa, rappresentante del Comune nel consiglio di amministrazione della Sive che ha in gestione la raccolta rifiuti, «si tratta di poca cosa a fronte di un gettito che si aggira annualmente sui 2,8 milioni di euro. Questa misura risponde, poi, ad un criterio di equità visto che il nostro ospedale assiste oltre 200 mila utenti, i quali producono rifiuti destinati a pesare altrimenti solo sulle tasche dei contribuenti legnaghesi». Malgrado queste giustificazioni, la decisione di tassare il «Mater salutis» - a differenza delle altre cinquanta modifiche introdotte «per garantire un’applicazione omogenea della tariffa nei nove Comuni serviti dalla Sive» - è andata di traverso al centrodestra. Ed in particolare al capogruppo di An PAOLO LONGHI, neo borsista dell’Ulss 21, che ha presentato due emendamenti - entrambi respinti dalla Rosa - per indurre la maggioranza «ad esentare dal pagamento l’ospedale o, in alternativa, ad applicare alle stanze di degenza una tariffa dimezzata». «Dopo tanti proclami per la salvaguardia della sanità locale», ha stigmatizzato l’esponente del Pdl, «questa sarebbe l’occasione giusta per dimostrare la sensibilità e l’interesse dell’amministrazione nei riguardi della nostra Azienda ospedaliera».
Un invito che, «per una serie di presupposti tecnici», la Rosa ha declinato alla stregua di quello rivoltole dal forzista Loris Bisighin autore di un terzo emendamento - anch’esso bocciato dall’assemblea - volto «a considerare l’attivazione anche di una sola utenza domestica requisito necessario ma non sufficiente per presumere l’occupazione di un alloggio». «Una persona che attiva i vari servizi ma che non utilizza i locali non è giusto che paghi la tariffa», ha insistito il capogruppo di Forza Italia.