martedì 24 giugno 2008

Panegirico di Donadoni (e della sua immane sfiga)


Dalle nazionali di calcio non si può pretendere il gioco di un grande club.
Non c’è il tempo per affinare la tattica. E, del resto, le partite delle fasi finali sono tutte gare da dentro o fuori. Dove un episodio può cambiare la storia.
Il lavoro del Ct della nazionale è più quello del selezionatore che quello dell'allenatore.
Roberto Donadoni ha cominciato la sua avventura in azzurro dopo la vittoria mondiale di Marcello Lippi. Un temerario Roberto: fare meglio del predecessore era pressoché impossibile.
Passa qualche tempo e due pilastri come Totti e Nesta danno l’addio alla nazionale.
Eppure all’Europeo arriviamo in pompa magna. Nel girone di qualificazione siamo primi. Davanti anche ai galletti di Francia.
Peccato che di lì a qualche giorno il capitano, Cannavaro, subisca un pesante infortunio. Europei finiti per lui.
Ma al fischio iniziale ci sono comunque i campioni del mondo.
Prima partita: subiamo un tre a zero dall’Olanda. C’è un fallo grande come una casa su Panucci sul primo goal orange. Ma niente da dire. Pessima gara.
Seconda partita: assedio dell’Italia alla porta rumena. Toni segna un goal validissimo ma gli viene annullato. Gran cazzata di Zambrotta – erano anni che non sbagliava una virgola – e siamo sotto. Per fortuna ci pensa Panucci a rimediare e uno straordinario Buffon a parare un rigore generosamente concesso ai rumeni.
Con la Francia in undici contro dieci - e con Ribery costretto ad uscire dopo qualche minuto - vinciamo bene.
La fortuna – o meglio la sportività dell’Olanda – ci aiuta. Superiamo il turno.
Gli italiani impazziscono per Donadoni e il suo gioco.
Con la Spagna a mio avviso è stata la partita giocata più saggiamente.
Senza Pirlo a centrocampo – insostituibile per qualità e intensità – decidiamo di offrire loro il possesso palla. Ma non giochiamo esclusivamente di rimessa e – a dire il vero – le occasioni migliori davanti alla porta ce le abbiamo noi.
Ma dapprima un Luca Toni, sfortunato, incorna a botta sicura sulla testa di un terzino, poi ruba il tempo a Grosso per una botta al volo dentro l'area e infine Casillas fa il miracolo su Camoranesi.
Perdiamo ai rigori… Quegli stessi rigori che ci hanno dato lacrime e gioia.
Pazienza. Ma che sfiga!

2 commenti:

Federico Zuliani ha detto...

Io nn sono mai impazzito x Donadoni, anzi...

ecco le prove: http://goalislife.blogspot.com

____ ha detto...

Neanche io. Ma è stato sfortunato. Sempre tra virgolette. Si tratta pur sempre di un miliardario realizzato. Però nella vita capita un po' a tutti di sentirsi Donadoni. Di fallire un appuntamento solo perché la dea bendata proprio dalle tue parti non c'è mai!