mercoledì 19 novembre 2008

Terrorismo islamico, blitz anche a Legnago

Tra le 135 perquisizioni fatte dai Carabinieri e dalla Finanza in sei regioni del Nord Italia sulla scorta dell'inchiesta condotta dalle Direzioni Antimafia di Trieste e Trento e riguardante il movimento politico-religioso «Al Adl Wal Ihassan-Giustizia e Carità», una è avvenuta anche a Legnago e riguarda un cittadino marocchino regolare.
Il movimento, fuorilegge in Marocco, conta di costituire un califfato islamico.
Anche per questo cittadino marocchino, regolarmente in Italia, c’è stata la notifica di indagine per l’articolo 270, quello del terrorismo.
Da osservarsi come il Comune di Legnago, invece di spendere danaro per contribuire a debellare l'estremismo islamico, consenta alle islamiche di continuare a frasi soggiogare dai mariti che le vogliono in burqa (o.d.g. Longhi e Rettondini per invitare il Comune al rispetto della legge sempre respinte).
Altresì, i cattocomunisti finanziano il progetto "a scuola di domenica" per favorire l'integrazione della comunità araba.. Sapete come? Insegnando l'arabo ai più giovani!!!

8 commenti:

Anonimo ha detto...

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Camerata Longhi volevo portarti all'attenzione di un fatto,che forse già conosci o forse ce ne sono altri di questi casi.
Ti parlo di questa cosa dato la tua posizione anche e soprattutto a livello comunale.

A Casette hanno aperto da qualche mese una macelleria Islamica gestita da extra-comunitari. E fin qui niente di strano, a parte il rispetto delle regole che sono ben definite in base al tipo di licenza commerciale. Orari di chiusura ben oltre il consentito (anche oltre le 9 di sera), giorni in cui l'esercizio dovrebbe essere chiuso non rispettati (vedi la domenica) e come se non bastasse vendita dei più disparati oggetti non propri alimentari (dato che è una macelleria non penso possano vendere coperte e altri oggetti).

Al gestore del bar nelle vicinanze, mio amico, la guardia di finanza ha fatto una multa per un cliente che ha dimenticato lo scontrino; questi invece aprono esercizi commerciali e non rispettano per niente le regole e noi dovremmo stare zitti???

Un saluto.

Anonimo ha detto...

Diciamola tutta la verità, caro Paolo, invece di ritagliarne brandelli a uso e consumo della propaganda (di destra o sinistra che sia).

Al-Adl wa'l-Ihsan non è fuorilegge in Marocco, è un movimento tollerato in patria, sebbene extraparlamentare, che non accetta l'autorità del re (ecco perché non è ben visto, dato che il re si attribuisce potere quasi dittatoriali) ed è favorevole alla repubblica. È un movimento non violento che ha un peso rilevante in Marocco. Hamza Piccardo, direttore di Islam-online.it e conoscitore della realtà musulmana ha affermato che «E' sbagliato considerarlo come movimento fuori legge in Marocco, ma costituisce piuttosto la forza di opposizione più capace e organizzata, seppur extraparlamentare». Prima di gridare al terrorismo, coi soliti intenti propagandistici, andiamoci piano.

Stendo un velo pietoso sui soliti riferimenti al "cattocomunismo" (dov'è il comunismo, scusa? Se usassimo il tuo modo di appioppare epiteti agli avversari politici, tu saresti un fascista, allora. E prima che tu mi dia berlusconianamente del comunista, preciso che non lo sono affatto e anzi mi rifiuto di votare perché sono disgustato da entrambi gli schieramenti).

____ ha detto...

Ferdinand, grazie per avermi scritto.
E grazie per aver sottolineato che, ad oggi, la diatriba comunisti - fascisti dovrebbe essere superata (comunque a chi mi dava dello sporco fascista ho sempre tenuto a precisare che mi lavo almeno due volte al dì). Anch'io talvolta, nella foga, posso contribuire con epiteti piuttosto coloriti.. Ma scrivere "dossettiani" mi è grigio.
Quanto al movimento islamico, vero è che è anche antimonarchico, ma sai per quale motivo? Perché il sodale vuole costituire un califfato islamico!!!!

Federico Zuliani ha detto...

E' ora di kiudere i vari Internet Point "cooperative" cercalavoro ecc. gestite da questa gente. Sono anni ke sostengo siano potenziali centrali del terrore...

Il "legnaghese" arrestato era, guarda caso, regolare.

E la cosa nn deve sorprendere: la quasi totalità delle "cellule" è fatta da regolari, proprio x nn dare nell'occhio.

X cui, bene prendere a calci nel lato B quei 4 (purtroppo sono di più...) clandestini ke infestano il nostro parco e la "zona Dora", ma vigilanza assoluta sugli "uffici del Terrore"!

Anonimo ha detto...

Non piove se c’è bagnato ma c’è bagnato se piove

Pasquino

Anonimo ha detto...

"Quanto al movimento islamico, vero è che è anche antimonarchico, ma sai per quale motivo? Perché il sodale vuole costituire un califfato islamico!!!!"

Caro Paolo, io non vedo dove stia il problema. Il califfato islamico lo vogliono istituire in Marocco, non in Italia. Personalmente sono per l'autodeterminazione dei popoli, non so te.

____ ha detto...

Sei proprio sicuro che il califfato lo vogliano istituire solo in Marocco?
Autodeterminazione dei popoli.. Da quando faccio politica sento questo imperativo categorico.. ma prima penso al mio di popolo

Anonimo ha detto...

Ancora allarme Al Qaeda, i media italiani restano soli - 20/11/08

“Al Qaeda ad Obama: “Sei solo un negro filoisraeliano”. “Al Zawahiri minaccia e insulta Obama”. “Al Qaeda agli Usa: convertitevi e ritiratevi”. Aperture in prima pagina, primi titoli dei Tg. Titoli aggressivi, gridati.




Nelle ultime settimane la stampa italiana, come ben descritto in un articolo * di Paolo Maccioni su Megachip, si sta smarcando drasticamente dall’agenda informativa mondiale. Se in Italia si aprono telegiornali e prime pagine sulle dichiarazioni più o meno attendibili di terroristi e fondamentalisti islamici, risulta assai grottesco verificare sui più importanti quotidiani americani, dal «Washington Post», al «Wall Street Journal» fino al «New York Times», un totale o quasi disinteresse per le medesime questioni. I nostri media si prodigano in decine di editoriali, approfondimenti e riesumazioni degli episodi più sensazionali dell’11 Settembre. Oltreoceano, paradossalmente, concedono solo brevi, piccoli flash, al massimo articoli di spalla ad eventi correlati all’inasprimento del conflitto in Afghanistan, alla difficile normalizzazione dell’Iraq e ancora alle tensioni con l’Iran.
L’aria è cambiata, ma in Italia in pochi sembrano essersene accorti. I tempi del neo-teo-conservatorismo estremo del duetto George W. Bush – Dick Cheney volgono a essere solo un brutto ricordo. L’elezione di un democratico del valore di Barack Obama non rappresenterà certo una svolta epocale nella conduzione della politica estera americana, ma il primo presidente di colore degli Stati Uniti d’America appare particolarmente cosciente che oggi la minaccia più grande per il suo paese non arriva dagli uomini di Al Qaeda ma più propriamente dall’interno, ed ha un volto e un nome preciso: è la crisi economica.
Maccioni ha additato opportunamente la motivazione originale delle scelte editoriali della stampa italiana nel sensazionalismo, nel tentativo di alzare il tiro e con esso l’audience e le vendite. Senz’altro.
Ma c’è qualcosa in più.
Da un lato sui media italiani pesa il complessivo condizionamento a stelle e strisce dell’agenda setting, una condizione di mera dipendenza politica figlia in primis del ruolo subalterno di un paese libero a metà.


Dall’altro la messa in moto di una raffinata macchina fatta di giornalisti, opinion maker, presentatori televisivi e scrittori votati esclusivamente a rinfocolare lo scontro di civiltà. Un meccanismo che difficilmente raggiunge l’autocoscienza completa, difficilmente comprende quando e come fermarsi. Specialmente in un paese di burattinai come l’Italia, dove un ex ministro della Repubblica come Maurizio Gasparri si permette di dichiarare impudicamente che “l’elezione di Obama renderà felice Al Qaeda”. Come possiamo anche solo ipotizzare che un Massimo Teodori, un Ernesto Galli della Loggia o ancora un Angelo Panebianco, personaggio capace di difendere a spada tratta in prima pagina sul Corsera l’impiego della tortura, possano rendersi conto realmente che è venuta l’ora di mantere basso il profilo? In America la situazione resta comunque molto più semplice e chiara. Come dimostrato da una straordinaria inchiesta ** apparsa sul «New York Times», se servono sostenitori della guerra, della tortura, delle armi biologiche o nucleari, il Pentagono arruola ex ufficiali in pensione trasformandoli in politologi indipendenti estremamente funzionali per la Tv di massa. In Italia immaginiamo non sia molto differente, ma un fatto è certo: si tratta di gente meno sveglia.

Alessio Marri

FONTE: http://www.megachip.info/