venerdì 3 aprile 2009

Indennità di funzione agli indigenti. Quando la casta non c'è







E la chiamavano casta.
La classe politica italiana tutta – complici i successi dei vaffa day - è stata accusata di egoismo e privilegi insopportabili.
Ma nei Comuni piccoli e anche medio grandi, come Legnago, i veri privilegiati sono altri.
Qui da noi un consigliere comunale ha diritto ad un’indennità di nemmeno trenta euro lordi per ogni presenza in commissione ed in assise consiliare. Il Sindaco dovrebbe percepire un’indennità di funzione pari a circa 3mila euro mensili, il suo vice percepisce 825,00 euro in quanto lavoratore subordinato non in aspettativa. Gli assessori percepiscono un’indennità di funzione tra i 1.350,00 e i 675,00 euro; a seconda che siano lavoratori autonomi o subordinati.
E sono tutti in prima linea. Hanno, com’è giusto che sia, i segugi della carta stampata alle calcagna.
I privilegiati, dicevamo, sono altrove: nominati dalla politica, siedono in asettici e silenti consigli di amministrazione di società partecipate ed enti vari.
Pensiamo alla Le.Se s.p.a, la partecipata al 51% che gestisce la discarica: un consigliere di amministrazione percepisce circa 12mila euro all’anno di indennità, per svolgere non più di cinque o sei sedute annue; duemila euro circa per ciascuna riunione.
Una pagnotta di tutto rispetto se paragonata a quella misera dei consiglieri comunali, dato che è di quasi settanta volte superiore.
E, per di più, la pagnotta viene percepita in ogni caso: non importa se si partecipa o meno alle sedute; se l’azienda che si amministra – come nel caso di Le.Se s.p.a. - resta inattiva per quattro mesi in attesa del via libera della commissione regionale di valutazione di impatto ambientale.
In periodi di crisi, di inattività, in frangenti in cui le nostre imprese impongono, nel migliore dei casi, ferie forzate e riduzione dell’orario di lavoro i c.d.a. delle partecipate se ne fregano.
Ecco spiegato il significato dell’ ordine del giorno proposto dal consigliere comunale Paolo Longhi e volto a chiedere ai consiglieri di amministrazione di Le.Se s.p.a. di nomina sindacale di rinunciare a parte della propria indennità di carica per il periodo in cui la discarica non ha introitato rifiuti.
Il capogruppo della maggioranza, Roberto Maggioni, in relazione a questo o.d.g. ne ha proposto un altro simile. Ha invitato “Gli amministratori Comunali e quelli della principale azienda partecipata del Comune di Legnago (Le.Se spa) (…) a conferire il 10% della indennità prevista dalla Legge al capitolo di bilancio destinato” agli interventi di sostegno straordinario per l’anno 2009 a favore di quanti hanno avuto una riduzione di reddito a causa della precarietà o della perdita del posto di lavoro. Specificando che tale contributo è inteso su base volontaria e per l’anno 2009.
“L’ordine del giorno Maggioni, come del resto il mio, ha il pregio di voler dare un segnale di vicinanza alla povera gente da parte del mondo politico” ha commentato il consigliere Paolo Longhi che ha però evidenziato “ che concretamente l’equiparazione c.d.a Le.se e Amministrazione Comunale non sta in piedi”.
“Se io rinunziassi al 10% dei miei gettoni dall’approvazione dell’o.d.g. alla fine del mandato conferirei a questo fondo solo 9 euro!” ha chiosato il consigliere del PdL.
Vani i tentativi di correggere anche gli errori formali della proposta de La Rosa.
Basti pensare che il riferimento ai soli Amministratori Comunali non consentirebbe di ricomprendere nella richiesta di rinuncia a parte degli emolumenti anche i consiglieri comunali, limitandosi ai soli esponenti dell’esecutivo legnaghese.
“La Rosa è andata avanti per la sua strada, incuneandosi in un populistico vicolo cieco. Ad ogni buon conto, per quel che serve i miei gettoni di presenza dall’approvazione dell’o.d.g. al termine del mandato li lascerò comunque al Comune per le esigenze dei meno abbienti” ha chiosato il consigliere Longhi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei sempre polemico Paolo! Guarda che anche noi ci siamo tagliati le indennità del 10%, anche se non abbiamo fatto una delibera consigliare impegnativa per tutti, ma abbiamo con delibera di giunta applicato la riduzione solo a assessori e sindaco: le casse comunali non ne avranno gran giovamento, visto che anziché 75 euro mensili ne guadagnerò 67,50, ma un segnale alla nostra gente era dovuto. Ecco tu ti lamenti giustamente dei tuoi 30 euro a seduta, io al comune dedico almeno 2 ore abbondanti tutti i giorni, sabato e domenica compresi, non ho telefonino pagato dall'ente ma uso il mio personale con record di bollette, non ho missioni, benché sia spesso in giro con la mia macchina per il comune. Senza contare le ore di permessi... Insomma caro Paolo la "casta" a san Pietro di Morubio non se la passerebbe poi così bene.
Ma, come sono certo converrai, il miglior stipendio di un amministratore è la stima dei propri cittadini guadagnata attraverso l'onesto lavoro ed i risultati... Ciao a presto.

Andrea Poli

____ ha detto...

Hai ragione su quasi tutto caro Andrea.
Più il Comune è piccolo, più fare politica, se si è onesti ed impegnati come te, diventa una missione di carità nel senso evangelico del termine.
Il quasi è dovuto al fatto che la mia polemica - se così si può definire - non è strumentale. E' abnorme paragonare gli emolumenti spettanti ai politicanti comunali a quelli che vengono erogati ai consiglieri di amministrazione delle partecipate.
E se proprio questo paragone volevamo farlo, allora lo si faccia bene.