mercoledì 1 aprile 2009

Legnago. L’inverno finanziario della Cicala Rosa





I dati consuntivi dell’esercizio finanziario 2008 ci consegnano un Comune indebitato per circa 30milioni di euro e, quel che è peggio, pure senza un becco di un quattrino.

Il dato più palese ci viene dall’avanzo di amministrazione: poco più di 160mila euro; peraltro non disponibili, a fronte di un precedente esercizio che si era chiuso con 650mila euro da poter impiegare in investimenti.

È venuto il momento di chiarire che l’età dell’oro, il tempo in cui associazioni culturali e sportive potevano attingere a piene mani dal bilancio comunale, è definitivamente tramontato.
Andranno incentivate, e non invece ostacolate, le associazioni come la mia, la Verbena dell’Adige che a fronte di un esborso paria zero da parte del Comune ha ripulito l’intero fiume Bussé da circa tre tonnellate e mezza di rifiuti. Il trucco? Associazionismo vero e non di carta, come invece accade per altri sodalizi sostenuti dall'amministrazione, e capacità di accedere anche ai più reconditi bandi regionali.

Ma tant’è. Specie in periodi di crisi acquista ancor più autorevolezza il brocardo primum vivere deninde philosophari. E allora occupiamoci del vivere.. Dei servizi essenziali.
Nota dolente. Palazzo De Stefani faticherà a garantire pure questi.
Basti pensare che a Luglio, terminate le elezioni, il nuovo Sindaco non potrà più garantire nemmeno il servizio del Pollicino, un servizio che ogni anno gravava sulle casse comunali per 175mila euro.

Già mi immagino le moine della sinistra nel post elezioni: se perderà accuserà il centrodestra di aver tolto un servizio così importante; se invece si riconfermerà vincitrice attribuirà la colpa al Governo Berlusconi.

Il fatto è che all’ombra del Torrione, malgrado da due anni fosse ben comprensibile l’ austerità imposta da Padoa Schioppa prima e da Tremonti poi agli enti locali, si è continuato a spendere come se nulla fosse; senza accantonare nulla per gli anni di magra.
L’importante per la sinistra era accalappiarsi qualche voto col solito metodo del panem (qui spesso sostituito dal risotto) e circenses.

Le formichine rosse di Bologna, nel 2007, hanno accantonato somme per tamponare eventuali ammanchi derivanti dai trasferimenti erariali.
A Legnago, invece, le cicale de La Rosa hanno continuato gaudenti a spendere tutto.
Tutti sappiamo come si conclude la favola di Esopo: giunto l’inverno per la cicala fu la fine; poiché durante l’estate, anziché lavorare duramente per mettere da parte le provviste per la cattiva stagione, non faceva altro che cantare tutto il giorno.
E le cicale legnaghesi hanno pure la faccia tosta di definirsi virtuose, perché rispettose del patto di stabilità.
Non è così.
Quella di Legnago non sarà certo catalogata tra le amministrazioni pienamente virtuose; a Roma sanno bene, infatti, che per centrare l’obiettivo del patto di stabilità si è proceduto a capitolare le entrate ICI di un’annualità in quella successiva.
Ciò non bastasse, anche l’importante fonte di danaro del recupero dell’evasione fiscale sarà senz’altro destinata ad assottigliarsi in prossimità dello zero.
E, per finire, se il prossimo Sindaco, rovistando nella contabilità municipale, scoprisse pure che talune spese (come sovente è accaduto negli ultimi anni relativamente a bollette di luce e gas) fossero state sottostimate, si troverebbe col salvadanaio vuoto.
Ma dopo anni di sollazzi, chi mai gli crederà?


Nela foto il criticato ma simpaticissimo assessore alle finanze Luigi Bortoletti

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Simpatico il Gigi! Ma coi comunisti cosa ci fa un magnaparticole come lui???

____ ha detto...

LEGNAGO. Dal conto consuntivo approvato dal Consiglio spunta un avanzo risicato di 161mila euro, dieci volte inferiore a quello del 2007

Sparisce il «tesoretto»
In cassa solo le briciole

Stefano Nicoli

Sulle finanze del municipio pesa il calo dei trasferimenti diminuiti lo scorso anno di circa 600mila euro

Venerdì 03 Aprile 2009 PROVINCIA, pagina 34


Il tempo delle vacche grasse è finito ed anche il Comune di Legnago è costretto a navigare a vista per rispettare il patto di stabilità e mantenere i conti in ordine. Che la stagione dell’oro sia ormai un ricordo sbiadito - complice in primo luogo la progressiva riduzione dei trasferimenti erariali, calati lo scorso anno di 600mila euro, ed un’impennata delle richieste di contributi che nel 2008 ha fatto lievitare la spesa sociale a 3,4 milioni di euro contro i 2,6 di inizio mandato - si è avuto la riprova anche nell’ultimo consiglio comunale dove, dopo quasi quattro ore di scermaglie, è stato licenziato l’ultimo conto consuntivo della gestione Gandini con il voto contrario di Pdl e Lega nord.
Il resoconto, dal quale emerge «una situazione economica sana ed in perfetto equilibro» malgrado una coperta finanziaria sempre più corta, si è chiuso infatti con un avanzo di appena 161mila euro: un importo dieci volte inferiore al «tesoretto» rimasto nelle casse del municipio a fine 2007, quando l’esercizio terminò con un «utile» record di un milione e 645mila euro, 850mila dei quali vincolati all’estinzione parziale di un mutuo. E proprio sull’avanzo striminzito lasciato in eredità dalla «Rosa» ha fatto leva il centrodestra per bocciare il documento contabile, che attesta un recupero dell’evasione fiscale di altri 225mila euro, un minor introito di 570mila euro per i permessi da costruire ed un boom di incassi, pari a 814mila euro, per le sanzioni del codice della strada: circa 200mila euro in più di quanto preventivato. Oltre ad un dimagrimento della pressione tributaria pro-capite scesa a 241 euro rispetto ai 438 del 2005, complice anche l’abolozione dell’Ici sulla prima casa di cui lo Stato ha già rimborsato 2 milioni e 33mila euro . «A causa di una gestione poco virtuosa», ha stigmatizzato Paolo Longhi del Pdl, «ci ritroviamo ora senza un becco di un quattrino quando il clima di austerità imponeva da due anni di accantonare fondi per i periodi di magra. Tanto che a luglio non si riuscirà più nemmeno a garantire il pollicino e chi amministrerà Legnago dovrà sacrificare anche altri servizi essenziali».
Sia il leghista Roberto Rettondini che l’ex forzista Loris Bisighin hanno poi puntato l’indice, «sul pesante indebitamento di 29,3 milioni di euro che grava sulle casse comunali e che nel 2008 si è tradotto in un esborso di 2,8 milioni per l’ammortamento di interessi e capitale». Su questo punto è arrivata puntuale la replica della maggioranza, «che non ci sta a passare per un’amministrazione scialacquatrice e poco attenta». Tanto più «dopo essere riuscita, nonostante la stretta economica, ad assicurare anche nel 2008 un elevato livello di servizi e a ridurre l’indebitamento a carico di ogni cittadino a 1.149 euro contro i 1.345 di cinque anni fa». «Non consegniamo perciò», ha ribadito Luigi Bortoletti, assessore al Bilancio, «un Comune con le finanze dissestate. Per quanto riguarda i debiti, 16 milioni li abbiamo eredidati nel 1999 e 13 li abbiamo assunti noi a fronte però di oltre 110 milioni di investimenti che hanno cambiato il volto di Legnago».