sabato 19 settembre 2009

SALETTA GRUPPI CONSILIARI, LA VERA STORIA DELL'ART. 8 BIS DELLO STATUTO

Di certo non è un provvedimento meritevole di particolare menzione, ma l’introduzione dell’art. 8bis nello Statuto comunale per la prima volta giunge ad istituzionalizzare la sala gruppi consiliari.
Il locale, da qualche anno ricavato al secondo piano di palazzo De Stefani, non era infatti mai stato disciplinato.
Morale della favola: un ordinario provvedimento dell’amministrazione avrebbe potuto togliere la sala – elemento a garanzia del buon lavoro di indirizzo e controllo spettante a ciascun consigliere – dalle spese.
Ma invece di ringraziare il buon cuore della Giunta di centrodestra, la sinistra ha pensato bene di lagnarsi per il fatto che, col nuovo regolamento, non sarà più consentito ricevere i cittadini, specie su appuntamento; pratica, questa, usata dal consigliere Claudio Marconi e paventata dal suo collega e “amico” Damiano Ambrosini con trionfali annunci sulla stampa (diversamente la consigliera Scapin ha ricevuto nell’anticamera del suo vecchio ufficio).
Del resto la sinistra aveva già annunciato la costituzione di un ufficio in Municipio, un ufficio per ricevere il pubblico e aperto proprio in seno alla saletta gruppi consiliari.
Al di là del fatto che i compiti della minoranza possono rinvenirsi solo nella funzione di indirizzo e controllo dell’attività amministrativa, l’attività di ricevimento operata da Marconi - capace di spendere quasi tutti i fondi di bilancio destinati ai sussidi per gli indigenti nei mesi precedenti le elezioni - creava non pochi problemi alla nuova amministrazione, costretta a fare i conti con aspettative di contributo inversamente proporzionali alla disponibilità di cassa.

La volontà di dialogo della sinistra si è manifestata attraverso la presentazione di 120 (centoventi) emendamenti seriali.
A notte fonda alcuni avrebbero pure tentato la mediazione: Marconi sarebbe andato in sala civica, ovviamente gratis.
Non era a mio avviso un compromesso valido: quand’ero in minoranza e qualcuno mi chiedeva di potermi incontrare per questioni amministrative gli davo appuntamento a casa. Mai ho preteso un luogo pubblico, pagato dai cittadini che legittimamente avevano scelto un’altra maggioranza.
Le uniche due volte che per fare conferenze stampa ho utilizzato la sala – ordinariamente deputata all’analisi dei provvedimenti consiliari – ho richiesto il permesso al primo cittadino.
Sono stato additato di rappresentare, per questo, l’ala oltranzista: non è vero. Verso le quattro di mattina, proprio per trovare un valido compromesso, ero andato in saletta (ironia della sorte) con il collega Nicola Negri a buttar giù due righe di emendamento. Ma tornati nell’aula consiliare l’abbiamo trovata vuota.

4 commenti:

Maurizio Costantini ha detto...

La minoranza dovrebbe capire che non può fare quello che vuole in Comune. Trovano sempre vie alternative per cercare di mantenere un ruolo che li veda "protagonisti" ma mi raccomando non cedete e andate per la vostra strada! Come hai detto te Paolo, se un consigliere vuole ricevere cittadini, può benissimo farlo a casa sua.

____ ha detto...

Grazie Mauri. Ho tra l'altro visitato il tuo blog sulle notizie del Basso Veronese e ne ho molto apprezzato, tra le altre cose, il colore di fondo!

Maurizio Costantini ha detto...

Grazie Paolo, per lo sfondo ho scelto il mio colore preferito:)

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e