da L'Arena Martedì 06 Ottobre 2009
L’articolo 40 bis, varato nel 2004 dal centrosinistra per rafforzare la propria rappresentanza esterna aggirando sul nascere problemi di incompatibilità, resterà in vigore nello statuto comunale. Ma Pdl e Lega, che cinque anni fa avevano fatto fuoco e fiamme per stopparne l’adozione, hanno sgonfiato di brutto lo «scudo» che ha consentito fino a questo momento a sindaco, assessori e consiglieri di svolgere incarichi e funzioni anche di amministratori in società, aziende speciali, fondazioni e associazioni. Senza alcun paletto e nel pieno della legalità.
Nell’ultimo consiglio il centrodestra ha infatti ristretto, con l’astensione di «Rosa» e «Nuova Città», la possibilità di occupare una seconda poltrona, in ragione del mandato elettivo, negli enti controllati o partecipati solamente a quattro organismi contro i 15 nei quali era consentito finora svolgere un ruolo extra consiliare: Fondazione culturale Salieri, Fondazione Fioroni, Pro loco e ViviLegnago. Con la conseguenza che, d’ora in avanti, per gli amministratori comunali non sarà possibile sdoppiarsi e collezionare ulteriori incarichi nella Sive, nella Soles, nella Scip o alla Casa di riposo, alla guida della quale dovrebbe insediarsi, secondo un accordo politico interno, l’ex presidente del circolo di An Roberto Groppello (Pdl). Così come la cura dimagrante introdotta dai nuovi inquilini di palazzo de’ Stefani non ha risparmiato la Lese, società che gestisce la discarica di Torretta, dove sarebbe in pole position per la presidenza l’imprenditore, in quota Lega, Giammaria Spinelli. «In realtà questa modifica, che tradisce l’incoerenza dell’ex minoranza, la possiamo bollare come lodo Giarola visto che è stata studiata per proteggere la recente nomina di un consigliere di maggioranza», ha stigmatizzato il capogruppo de «La Rosa» Damiano Ambrosini chiedendo invano il ritiro della delibera «essendo venute meno le condizioni perchè l’impalcatura generale del 40 bis resti in piedi».
L’allusione del «cardinale» del Pd era rivolta tutta al fresco ingresso nel consiglio di indirizzo della Fondazione Salieri di Ester Bonfante, delegata alla Cultura e moglie di Luciano Giarola, grande regista della conquista del municipio da parte del centrodestra.
«Il 40 bis viene mantenuto nello statuto per evitare conflitti di interessi ma riteniamo», ha sottolineato Paolo Longhi, neo assessore alle Riforme, «che la sua applicazione non debba essere generalizzata e che diventi invece eccezionale. Ossia una misura praticabile in quelle situazioni in cui l’attività dell’ente non abbia una marcata dimensione imprenditoriale e non coinvolga interessi di natura economica, spesso rilevanti, dove è necessario mantenere distinto il ruolo del controllore da quello del controllato».
Da qui perciò la scelta «di evitare inopportune commistioni e di circoscrivere la portata del 40 bis al settore socio-culturale dove un amministratore comunale può garantire un punto di riferimento stabile con cui confrontarsi in linea con la programmazione e gli indirizzi impartiti dal Comune».
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