martedì 14 settembre 2010

Golena dell’Adige sotto tiro Vandali danno fuoco all’oasi

LEGNAGO. Dopo l’aggressione ai soci de «La verbena», sono state incendiate le attrezzature gestite dal sodalizio


L’incendio appiccato domenica, dopo un picnic, da una comitiva di amici stranieri I giovani avevano chiesto il permesso di fermarsi al presidente Maurizio Antoniazzi

da L'Arena, Martedì 14 Settembre 2010 (Stefano Nicoli)


Non c’è proprio pace per l’oasi naturalistica gestita in riva all’Adige dai volontari de «La verbena». Nemmeno il tempo di formalizzare la denuncia contro il «branco» di ragazzini che a fine agosto aveva aggredito con pugni e bastonate il presidente Maurizio Antoniazzi ed altri tre operatori dell’associazione ambientalista, che domenica scorsa il percorso a filo d’acqua ricavato nella golena del fiume è finito nuovamente nel mirino dei vandali. I quali, questa volta, con tutta probabilità in preda ai fumi dell’alcol, hanno avuto la malsana idea di concludere il loro picnic festivo incendiando uno dei tavoli a disposizione degli appassionati di scampagnate e barbecue. Non prima però di aver abbandonato nello spiazzo devastato dal fuoco una trentina di lattine di birra ed alcune bottiglie di liquore, naturalmente vuote.
Ad accorgersi dell’ennesimo scempio perpetrato ai danni dell’area golonale racchiusa tra ponte Limoni e Villa Bartolomea è stato un passante che, intorno alle 18.30 mentre passeggiava sull’argine sovrastante, ha visto una colonna di fumo e fiamme levarsi da uno slargo attiguo all’orto botanico inaugurato due anni fa dal sodalizio alle spalle dell’ospedale. L’uomo, nel timore che si trattasse di una rappresaglia dopo la denuncia sporta contro gli autori dell’agguato di due settimane fa, ha quindi avvisato Antoniazzi. Il quale, in un primo momento, ha persino tranquillizzato il testimone assicurandolo che era in corso una grigliata tra amici. A trarre in inganno l’erborista di Casette, che il 28 agosto era stato assalito suppergiù nello stesso punto dal «branco» formato in prevalenza da minorenni solo per aver chiesto ragione di un cestino sfasciato, è stato l’incontro fatto poche ore prima lungo il sentiero dove si è sviluppato poi l’incendio.
«Dopo pranzo», racconta Antoniazzi, «ero sceso con un altro socio nell’oasi proprio per sistemare il contenitore danneggiato che aveva scatenato la violenta reazione nei nostri confronti. Mentre stavamo lavorando sono arrivate una Golf nera ed un’altra macchina scura dalle quali sono scesi dieci ragazzi e ragazze tra i 20 e i 25 anni con accento dell’Est, forse romeni». Inizialmente la comitiva non si è mossa probabilmente nell’attesa che l’erborista e l’amico se ne andassero. «Vedendo che continuavamo a lavorare», prosegue il presidente, «i giovani hanno preso coraggio chiedendoci il permesso di fare un barbecue, che hanno ottenuto senza problemi con l’invito però a spostare le auto».
Tanta cortesia e fiducia non sono stati però ripagati con la stessa moneta dal gruppo di stranieri, che ha allungato la catena di danni arrecati negli ultimi mesi all’area golenale dove a luglio era stata impallinata la bacheca della Lav dopo che a gennaio erano state tranciate una tabella e la sbarra d’accesso. «Di fronte a tanta inciviltà verrebbe proprio la voglia di gettare la spugna ma sarebbe la vittoria dei teppisti e degli maleducati che deturpano l’oasi: perciò non molleremo», promette Antoniazzi.

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