mercoledì 6 ottobre 2010

PALAZZI, MULTISALA E CASERMA ALL'EX ZUCCHERIFICIO SI CAMBIA

LEGNAGO. Il Consiglio comunale ha approvato la variante al piano del 2002 sostituendo le case a schiera con condomini



Stefano Nicoli

Obiezioni della Lega sul progetto dopo che Tommaso Casari (Rosa) ha svelato il voto di astensione dei tre commissari del Carroccio


Da L'Arena Mercoledì 06 Ottobre 2010


La seduta sospesa due volte su richiesta del leghista Fabio Donella per un vivace confronto in camera caritatis, l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi ed il sindaco Roberto Rettondini che sembrano cadere dalle nuvole, i consiglieri del Carroccio schierati sul piede di guerra ed intenzionati fino all'ultimo a non votare la delibera. Con l'assessore all'Ecologia Graziano Lorenzetti nei panni del pompiere e l'opposizione in brodo di giuggiole di fronte ai malcelati mal di pancia del centrodestra. È nata decisamente sotto una cattiva stella la variante al piano particolareggiato dell'area ex zuccherificio del 2002, che è stata licenziata a notte fonda nell'ultimo consiglio comunale. Spianando la strada alla riorganizzazione degli ambiti direzionali e residenziali a ridosso del naviglio Bussè mediante la realizzazione di una decina di palazzi, sviluppati in media su cinque piani, in sostituzione dell'originario blocco di case a schiera. Con contestuale via libera all'allestimento di una multisala cinematografica e di un bar nell'Edificio 13, alla cessione immediata al Comune del lotto dove costruire la nuova caserma dei carabinieri e al ridisegno del parco urbano previsto sul versante sud, in prossimità della stazione. Il provvedimento, che prevede entro il 2012 anche una nuova viabilità di raccordo e percorsi pedonali lasciando inalterata la volumetria, è passato infatti dopo tre ore di arroventato dibattito. E tutto per una sorpresa servita, con fiocchi e controfiocchi, da Tommaso Casari della Rosa che ha avuto l'effetto di un fulmine a ciel sereno. Evidenziando uno scollegamento tra ufficio tecnico, commissione edilizia, assessore delegato ed organo politico. Un pasticciaccio, insomma, che sta avendo pesanti strascichi. «Al di là delle questioni tecnico-urbanistiche che ci trovano d'accordo sulla multisala ma decisamente contrari alla modifica della tipologia abitativa che ingabbierà l'ex raffineria», ha stigmatizzato Casari, «questo piano impone una riflessione politica visto che, malgrado sulla carta figuri un parere positivo, è passato in commissione edilizia non solo con l'astensione dei due componenti in quota alla minoranza ma anche con quella dei commissari indicati dalla Lega mentre quello del Pdl si è espresso a favore».
«Il che significa», ha aggiunto Matteo Limoni di Nuova città prima di astenersi sul punto con il centrosinistra e l'ex leghista Lucio Martinelli, «che il diverso orientamento della commissione tradisce una presa di distanza tra i due alleati. Senza contare che il progetto del comparto residenziale lascia decisamente perplessi nel timore di rivedere un'area squallida e dei palazzoni osceni come quelli della zona ex Riello». Apriti cielo. La rivelazione di Casari ha scatenato un quarantotto disorientando non poco i leghisti, che alla fine hanno però capitolato. Complice la mediazione dell'assessore Lorenzetti, che ha parlato di «astensione unicamente su scelte di natura politica visto che i tre commissari della Lega non hanno messo in discussione la conformità tecnica dell'intervento».
«Si è trattato di un incidente di percorso», ammette a bocce ferme l'assessore Longhi, «commesso in buona fede e dovuto ad un difetto di comunicazione e all'inesperienza di tutti». «Tuttavia questo corto circuito», precisa, «non inficia la bontà di un progetto che migliora il recupero dell'ex area industriale. A cominciare dalle unità a torre e a blocchi, che sono più appetibili sul mercato e consentono di mantenere ampi spazi verdi».

Nessun commento: