venerdì 10 giugno 2011

CARCERE? MEGLIO I “LAVORI FORZATI”

L'ESPERIENZA DE LA VERBENA DELL'ADIGE NELL'INSERIMENTO LAVORATIVO DI CONDANNATI


L’ordinamento penitenziario, legge 354 1975, ha istituito gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (UEPE) che dipendono dall’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.
La nostra Penisola ne conta cinquantotto, tre sono in Veneto.
L’Uepe di Verona si compone di un apparato composito di funzionari: dal personale amministrativo e contabile ai responsabili dell’area sociale che operano avvalendosi di psicologi.
L’obiettivo perseguito è quello di predisporre un programma alternativo alla detenzione in carcere per l’espiazione della pena da parte di condannati maggiorenni.
Per il legislatore (art. 118 Reg. Es. DPR 230/00) ciò consentirebbe una più efficace rieducazione del condannato essendo previsti percorsi di trattamento, riabilitazione e reinserimento sociale anche assistendo la persona nel post pena.
E le statistiche danno ragione a queste previsioni.
Ma non solo i numeri e la saggezza popolare del “lavoro che nobilita l’uomo” stanno dalla parte dell’UEPE.
Grazie all’impegno dell’associazione La Verbena dell’Adige, che ha sottoscritto un patto di servizio con l’UEPE di Verona, è stato possibile sperimentare la partecipazione di condannati alla rieducazione fuori dal carcere attraverso l’esecuzione gratuita di duri lavori lungo la golena dell’Adige.
Uepe ha individuato le persone in esecuzione di pena anche tenendo conto del reato commesso e delle attitudini mentre la Verbena le ha messe al lavoro monitorandole e registrando le presenze.
Basta una sola assenza o addirittura un ritardo per rischiare di tornare in carcere.
Non c’è buonismo in tutto ciò. Ma solo risparmio: un detenuto costa in media 250 euro al giorno. Lavorando gratis, invece, si produce un vantaggio per la nostra comunità che viene quindi, in un certo senso, ristorata del danno provocato.

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