mercoledì 21 settembre 2011

Si apre la resa dei conti nel Pdl

CRISI POLITICA. Il commissario Bertacco chiederà l'allontanamento dei tre consiglieri e Rossini «Espulsione per i responsabili»

Il rimpasto di Giunta ha tenuto banco nel coordinamento provinciale

Da L'Arena, Mercoledì 21 Settembre 2011, pagina 28

Il rimpasto di Giunta, deciso autonomamente da tre consiglieri del Pdl legnaghese ad insaputa dei vertici del partito, è finito lunedì sera sul tavolo del coordinamento provinciale del Popolo della libertà riunito nella sede di via del Perlar. E, in un vertice al fulmicotone dove sono volate parole grosse ed il «golpe» dei pidiellini è stato aspramente condannato dal coordinatore Aldo Brancher e dagli altri componenti del direttivo, si è aperta la resa dei conti nei confronti del presidente del Consiglio Maurizio Raganà, del consigliere Alessandro Rettondini e del capogruppo Riccardo Bariani: i tre responsabili del siluramento dell'assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi e della revoca della fascia di vice sindaco a Loris Bisighin - i più votati dalla lista Pdl nel 2009 - che è stato assecondato dagli alleati leghisti pur di non lasciare a metà il mandato. E, stando a quanto emerso, non la passerà liscia nemmeno Agostino Rossini, referente politico di Moreno Nalin, sostituto di Longhi in Giunta.
«La cosa non finirà qui perchè il comportamento scandaloso di questi personaggi, che non hanno avuto il minimo scrupolo a sovvertire la volontà popolare per tornaconto personale scavalcando la segreteria, è inaccettabile e non va biasimato», assicura Stefano Bertacco, vice coordinatore e commissario del Pdl di Legnago, che ha ripercorso nella riunione le tappe della crisi di governo in corso da 18 mesi. «Quindi», annuncia, «concluderò la relazione su questa brutta pagina di politica locale, che consegnerò fra due settimane a Brancher, chiedendo l'espulsione dal partito dei tre consiglieri e di Rossini. E mi auguro che il procedimento disciplinare non finisca in una bolla di sapone anche perchè stavamo lavorando da mesi per evitare forzature ed arrivare ad una soluzione condivisa in grado di rilanciare il partito e l'azione amministrativa». Quindi il commissario replica al sindaco: «Longhi non è stato abbandonato dal partito, semmai è stato vittima di una logica ricattatoria, che terrà in ostaggio l'amministrazione ogni qualvolta qualcuno accamperà pretese per placare i suoi appetiti».
Bertacco e come lui Brancher non sono disposti perciò a far passare in cavalleria il «regolamento di conti» intestino. E sulla stessa lunghezza d'onda si trova anche Roland Tedesco, presidente provinciale di Giovane Italia, che nel direttivo di lunedì ha formalizzato la richiesta di epurazione per i tre firmatari e Rossini. Ma i consiglieri in odore di cacciata non hanno nulla da rimproverarsi. «Siamo stati costretti ad agire così per garantire la governabilità della città di fronte all'immobilismo del commissario e della segreteria sollecitati più volte ad intervenire per risolvere la crisi», dichiara Raganà. S.N.

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