lunedì 28 novembre 2011

PAROLE IN LIBERTA', "FACCIAMO PER LEGNAGO"
























C’è bisogno di politica a Legnago?

La risposta è no, se guardiamo ad alcuni esempi di politici, anche locali, i quali pensano solo a sé stessi: la politica fatta in modo autoreferenziale allontana, espelle i cittadini che non hanno parenti eccellenti e che non vogliono sentire litigi pretestuosi, radicati solo per questioni di tornaconto personale.

Ma invece si! C’è bisogno di politica intesa nel suo significato etimologico - “politike” -  di interesse delle questioni realmente importanti per la Città.

A tal riguardo non occorre essere notabili economisti particolarmente competenti sullo spread.
I principali ingredienti per un sano impegno civico sono: ETICA, ENTUSIASMO, IMPEGNO e CAPACITA’ DI FARE SQUADRA.

Abbattere i pregiudizi ideologici
Se quelle enunciate sono le doti più utili per occuparsi in modo libero e forte della propria Città, allora occorre riconoscere che esse non stanno solo da una parte della barricata politica.
Anzi, sensibilità diverse sono elemento di ricchezza intellettuale.
Un vero gruppo di impegno civico non dovrebbe promuovere crociate contro qualcuno o qualcosa, pur avendo il dovere e il dritto di stigmatizzare i comportamenti politici negativi.
Più difficile che il distruggere è il costruire. Ma le “battaglie del fare” sono anche le più emozionanti, soprattutto quando giungono ad un risultato utile e lasciano un segno forte di un positivo impegno.
Al “fare per la Città” non debbono essere sottese inutili preclusioni ideologiche. la gran parte dei giovani di oggi non sente alcuna nostalgia per le ideologie che hanno martoriato il 900.

Legnago, la piccola Capitale

"Senza smanie espansionistiche, attaccata alla terra fertile e un po’ malsana, sebbene in continua guarigione, paga dei suoi tranquilli commerci, dei suoi tramonti incantevoli, del suo paesaggio senza confine, chiusa nella quieta operosità del suo artigianato, Legnago è la tipica città di provincia, dalla piazza vasta e dalle vie strette e tortuose, ove ogni casa par cresciuta per conto suo, incurante della vicina, or sorpassandola per vanità, ora arretrandosi per comodità. Città che il turismo trascura, che le grandi linee ferroviarie hanno dimenticato, e che ha tratto perciò tutto da Sé stessa, con una grazia campagnola e una sincerità bonaria, non prive a volte di un certo sussiego, quasi di piccola capitale"

Giovanni Cenzato, Legnago in riva all’Adige in Corriere della sera, 2 agosto 1941

Chiediamoci quanto c’è ancora di attuale in questo vecchio ritratto.

Quanto c’è di bonariamente provinciale da tenere?
Quanto c’è di drammaticamente provinciale da cambiare?

Di tranquilli commerci non è più pago nessuno ai tempi della globalizzazione.
Senza un serio patto tra istituzioni, impresa e sociale, che sappia finalizzare utilmente le sempre più scarse risorse pubbliche, non indovineremo mai la ricetta giusta per la Pianura veronese.

Quanto all’urbanistica dobbiamo riconoscere che, grazie al grande Piccinato, questa Città nel secondo dopoguerra ha riacquistato un ordine. Certo non c’è più la città ideale da trattato di architettura civile e militare.
Ed ora che i nostri tempi ci costringono ad uscire dai tradizionali spazi, soprattutto in riferimento all’idea di centro, dobbiamo avere il coraggio di recuperare il territorio in una visione plurale: il capoluogo deve crescere in strutture di pregio, le frazioni devono acquisire e/o mantenere identità. A tal riguardo la permanenza di una scuola o di un ufficio postale in una frazione è di assoluta importanza perché mantiene viva, dal punto di vista dei servizi, una comunità.

Dimenticare il turismo? Nemmeno per sogno?
Il Fiume Adige ha acquisito un valore positivo per lo sport, per il tempo libero, per il turismo. La gente non verrà mai a vedere Porta Mantova; viene e verrà a fare una passeggiata per gustarsi il paesaggio naturalistico.

C'è inoltre una ricchezza che forse non meritiamo ma che è frutto dell’impegno di molti appassionati.

Abbiamo: strutture sportive, musei, un aeroporto, una bella multisala, il teatro Salieri.

Dobbiamo far conoscere questo nostro patrimonio, salvaguardarlo, farlo crescere, incrementando la collaborazione con i Comuni vicini al fine di sottolineare la centralità di Legnago nel Veneto.

Solo così potremmo avere l'onore di chiamare Legnago  "piccola Capitale".

1 commento:

Anonimo ha detto...

E allora, forza! Timone a dritta, se tira innanz! Aramis