giovedì 21 febbraio 2013

La fiaccolata di Via Frattini secondo Paolo Cecco

Garantire uno dei bisogni necessari alla sopravvivenza dell'individuo e di una comunità, dar voce alle istanze dei cittadini e dei commercianti ma soprattutto non lasciare soli ed abbandonati i legnaghesi. Questo, da come lo leggo io, dovrebbe essere lo spirito che Venerdì sera accompagnerà il corteo promosso dal caro amico ed ex Assessore Paolo Longhi, dopo i recenti avvenimenti che hanno interessato il negozio automatico di Via Frattini: dove, stando a quanto riporta l'Arena, da giorni si susseguono “schiamazzi, bivacchi e risse”. Una “Fiaccolata per la Sicurezza”, per illuminare un centro cittadino troppo spesso abbandonato al grigio del silenzio e dell'anonima indifferenza... il peggiore dei mali. Ed i commenti degli internauti che si scorgono tra le righe del quotidiano veronese e del blog di Longhi denunziano, all'unisono, la scarsa o insufficiente garanzia di sicurezza, specie per i residenti e i commercianti. Uno degli elementi che ha da sempre costituito il cardine e le fondamenta del “contratto sociale” tra governanti e cittadinanza è la garanzia di sicurezza e protezione. Nell' ”oscuro” Medioevo, i nobili non dovevano pagare la taglia (la tassa reale) perché proprio in virtù della loro nobiltà erano tenuti ad esporre i loro corpi e “cavalcature” alla guerra e alla difesa. Per tutto il Medioevo, il primo servizio che il signore doveva rendere al re ed alla comunità era quello militare. “il nobile”scrive lo storico francese Marc Bloch-”deve prestare alla difesa non solo la sua persona ma anche i suoi mezzi tecnici ed economici”. Chiari erano i ruoli: i commercianti pagavano le imposte ma in cambio ricevevano sicurezza e protezione dai feudatari. Solo i nobili partivano per la guerra (l'esercito popolare è una bella invenzione della Rivoluzione Francese). Per secoli, quindi, ciò che legittimava al potere la funzione sociale dei governanti era “la protezione contro l'invasore”, le funzioni di polizia esercitate nell'ambito del territorio e della sua gente. Ed è davvero un tragico spettacolo che siano gli stessi datori di lavoro che domani sera scenderanno al gelo in piazza per ricordare al loro dipendente di fare più straordinari, lavorare più sodo al fine di assicurare uno dei bisogni antropologici primari: la sicurezza fisica, morale e mentale. La permissive society, quella che doveva garantire la “rivoluzione dell'abbondanza”, riesce a singhiozzo ad assicurare alla cittadinanza uno dei bisogni inalienabili. A dire il vero, si possono comprendere pure le ragioni del Primo Cittadino, Roberto Rettondini, quando afferma di “aver le mani legate”: da ciò si evince l'estrema difficoltà nella quale vessano i comuni, dove ancora permane uno stretto legame tra mandanti e mandatari della cosa pubblica nonché lo spergiuro e l'abbandono della mentalità comunale nei confronti della tecno-politica, dei grandi apparati e delle immense consorterie burocratiche. Certo non saranno le telecamere (odierni altari del relativistico regime orwelliano/mass mediatico) a debellare i continui episodi di violenza verificati davanti allo sfortunato self - service. Quelle fiammelle che illumineranno il gelido cielo della città del Salieri, contengono un messaggio politico, culturale e profondamente umano: farci ricordare che è la tecno-politica che deve seguire i cittadini e non il contrario, quindi slegare le mani ai sindaci e fornirgli quei poteri che servono effettivamente a guidare con tranquillità e decenza una città da 27mila anime; afferrare per i capelli un intero modello ancestrale politico che ha messo al secondo posto il diritto della cittadinanza per consegnarsi, come una orrenda prostituta di basso lignaggio, ad inseguire fantomatici amori (le banche, i poteri finanziari, gli eurogruppi, la tele- politica ecc...). quello che serve è rimettere al centro i cittadini, i proprietari del marchio politico, le loro istanze, comprendere, quasi in maniera sacerdotale, le loro più stringenti necessità; accompagnarli e non porre mille bastoni alle loro vite, alle loro imprese, ai loro sogni. È davvero un'impresa così impossibile che da Legnago a Roma si possa e si debba cementificare una seria politica pubblica e sociale garantendo quei bisogni elementari della condizione umana? Perché questo rivendicano quei cittadini, non di certo la luna: un bisogno di lavorare in pace, di tranquillità, di armonia e serenità. Non mi interessa un Leviatano che si azzuffi in tutti i campi ma un seria governance che almeno eviti ai suoi principali di scendere nelle piazze di metà Febbraio per rivendicare un sacrosanto diritto impregnato pure nelle costituzioni e nelle bandiere di alcuni stati: Ordine e Progresso.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ninna nanna ninna ooo
questa giunta a chi lo do ?

cerchiamo di darla alla befana
ma non la tiene una settimana

cerchiamo di darla all'uomo nero
anche lui niente è troppo fiero

proviamo a darla alla fatina
ma non la terrà neanche una mattina

tentiamo allora con l'uomo bianco
ma non la tiene perché è stanco

proviamo con il buon Gesù
ma non ne vuole sapere più

non ci resta che l’angioletto
ma ci sembra di fargli un dispetto

ma la vuole ancora qualcuno ?
NO non la vuole più nessuno

____ ha detto...

che opera... Complimenti

Anonimo ha detto...

FABBRICATO EX PASQUALINI OCCUPATO DA ACCATTONI

DALL'ARENA DEL 1 MARZO
«Su questo fenomeno», assicura il sindaco Roberto Rettondini, «non intendiamo mollare la presa e tollerare situazioni di illegalità e degrado, che rischiano alla lunga di degenerare nella microcriminalità. Anche perchè ci sono di mezzo, oltre alla salute di queste persone, anche questioni di sicurezza e di ordine pubblico su cui non si può transigere».

MA CHE RIDERE hanno il coraggio di parlare ancora di sicurezza, tanto si sa queste persone tra un pò saranno a bivaccare da un'altra parte.
L'UNICA "PRESA" CHE INTERESSA A RETTONDINI E CHE NON MOLLA E' LO SQUALOVELOX.

QUANTI DI QUESTI INTERVENTI SONO STATI FATTI ? DECINE, CON CHE RISULTATO ? NULLA !!!

Il problema non viene risolto ma solamente spostato in altro luogo.

La mazzata avuta con queste votazioni la prenderanno anche alle comunali.

COME DICEVA TOTO' ......
VOTA PAOLO, VOTA PAOLO E VEDRETE CI SARANNO MOLTI VOTI IN PIU'

Anonimo ha detto...

DAL CORRIERE DEL VENETO DEL 9/6/2009
«E’ stata una battaglia diffici­le, cominciata con la propaganda lo scorso settembre – ha dichiarato Ret­tondini durante i festeggiamenti –. Abbiamo vinto perché abbiamo di­mostrato ai cittadini che c’era la ne­cessità di cambiare il modo di gover­nare Legnago, mentre i nostri anta­gonisti puntavano sulla continuità». Dopo i doverosi ringraziamenti, «questa è una squadra politica ecce­zionale, siamo un gruppo di persone umili con tanta voglia di lavorare per migliorare la città», Rettondini ha spiegato quali saranno i primi pas­si della sua Amministrazione. «La gente ci ha chiesto più sicurezza e prevenzione in città – ha spiegato – ed è in questa direzione che ci muo­veremo con rapidità. Se sarà possibi­le incontrerò il ministro dell’Interno Roberto Maroni per fargli una richie­sta. Poter utilizzare i militari della ca­serma Folgore per incrementare la si­curezza sulle nostre strade. In secon­do luogo, cercheremo di fornire aiu­ti concreti al commercio locale, in pa­lese difficoltà da diversi mesi». Ret­tondini, infine, ha sottolineato: «I vo­ti che negli ultimi anni la gente sta dando alla Lega Nord dimostrano co­me il voto dato a noi non sia più un voto di protesta. Ci viene riconosciu­ta una capacità di governare, sia na­zionale che locale».
A distanza di 4 anni sembra che a Legnago non sia cambiato assolutamente nulla anzi la situazione sulla sicurezza è peggiorata.

Ma dove vivono questi leghisti in un altro comune ?