sabato 12 ottobre 2013

Perché preferire l'acqua dell'acquedotto





Più controllata, più igienica della minerale...e coi PFAS monitorati



Ovunque gli ambientalisti invitano gli italiani a preferire l'acqua del rubinetto, considerando una cattiva abitudine quella del consumo dell'acqua minerale (basti pensare ai 5 miliardi di bottiglie di plastica da smaltire ogni anno e all'impatto ambientale del trasporto su gomma di dette bottiglie).
In una recente relazione, Legambiente ha evidenziato come l'ignoranza sostenga il business della minerale a scapito dell'acquedotto (clicka qui per leggere l'intera relazione di Legambiente)

"ORGOGLIOSI PREGIUDIZI"

Ecco un elenco dei principali errati pregiudizi:
  1. l'acqua in bottiglia è più salubre
    le concentrazioni di sostanze tossiche e la frequenza dei controlli sono molto più precisi e restrittivi per l'acqua dell'acquedotto; su questa circostanza avrò modo di meglio precisare più innanzi per quanto riguarda la realtà di Legnago;
  2. l'acqua di falda è inquinata
    anche molte acque in bottiglia sono di falda; entrambe devono essere sottoposte a controlli e trattamento di filtraggio per eliminare gli inquinanti. Quando il Sindaco è informato che l'acqua distribuita non è potabile deve immediatamente vietarne l'uso alimentare. Nel caso di Legnago il Sindaco ha semplicemente riportato l'acqua in bottiglia nelle mense delle scuole pubbliche solo per placare le proteste di genitori imbestialiti per l'aumento del buono pasto. Diversamente avrebbe dovuto impedire anche a tutti gli altri cittadini – ed in primis ai bimbi delle scuole private (che non sono bambini di serie B) – di consumare l'acqua di rubinetto;
  3. l'acqua minerale ha meno sali di quella del rubinetto
    è vero solo per le acque minimamente mineralizzate. Per il resto vi sono anche acque minerali ricche di sali particolarmente consigliate solo a chi fa sport o si sottopone a cure particolari;
  4. l'acqua in bottiglia si conserva pura, quella dell'acquedotto parte pulita ma si contamina strada facendo
    Le bottiglie dovrebbero garantire l'igiene e la non contaminazione dell'acqua. I casi di contaminazione del liquido per effetto di rilasci di sostanze chimiche presenti nei polimeri plastici sono però oggetto di una vasta letteratura scientifica. Lo stesso vale per le condotte d'acqua potabile. Tra l'altro un conto è l'acqua corrente appena spillata dal rubinetto – che si rinnova di continuo - un altro è l'acqua in bottiglia. Infatti se la vostra bottiglietta è aperta da qualche ora a temperatura ambiente presenterà una carica batterica tale che non la renderebbe potabile per un acquedotto (sic!).
    Sulla situazione delle nostre condotte è intervenuto un controllo, rubinetto per rubinetto, della Salchim, la quale ha evidenziato l'assenza dei tipici batteri da contaminazione fecale (Escherica Coli, Enterococchi intestinali)

    pubblico solo, per brevità, le analisi sui rubinetti della scuola di Terranegra; pari risultanze hanno dato le analisi fatte sui campioni prelevati dai rubinetti delle altre scuole (i dati sono a disposizione; chi li vuole me li chieda)

  5. la legislazione sugli inquinanti nelle acque minerali è più stringente
    altra balla colossale. La norma italiana ancora detta per le acque minerali naturali limiti inferiori a quelli previsti per le acque potabili e permette l'imbottigliamento di svariate sostanze inquinanti e contaminanti in concentrazione superiore a quella consentita agli acquedotti.
    A tal proposito può giovare la comparazione tra l'etichetta di una bottiglietta di minerale di qualità (Acqua Vera; bottiglietta acquistata qualche giorno addietro e analisi realizzata il 16 maggio 2011; alla faccia delle paventate – da parte di qualche genitore - analisi giornaliere) e le analisi (decisamente più complete) effettuate sull'acqua potabile legnaghese


IL CASO PFAS

Ad instillare preoccupazione in molti genitori è stato poi il tema della presenza, “nell'acqua del Sindaco” di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS).
Secondo gli studi scientifici più accreditati, la presenza dei PFAS nell'ambiente è ormai accertata in ogni regione della Terra, anche nelle più remote; in ogni comparto (suolo, aria, acqua ec..) ne è stata dimostrata la presenza. Gli effetti che tali PFAS provocano sulla salute umana e sull'ambiente sono poco chiari.
Le concentrazioni di accettabilità di PFAS nelle acque idonee al consumo umano non sono ancora state definite dalle varie legislazioni.
L'Istituto Superiore di Sanità ha rassicurato sulla mancanza di un rischio immediato per la popolazione esposta ma, a scopo cautelativo, ha consigliato l'adozione di misure di trattamento delle acque potabili per l'abbattimento delle sostanze in questione.
In particolare, per la nostra zona, l'ente gestoreAcque Veronesi, stanti i rilievi dello scorso luglio (comunicato Acque Veronesi Luglio 2013) ha già provveduto ad installare filtri a carbone attivo (la cui efficacia è già stata favorevolmente saggiata) presso gli impianti di adduzione dell'acqua attinta dal campo Pozzi di Almisano di Lonigo che approvvigiona tra gli altri anche il Comune di Legnago.
Le tabelle allegate dimostrano l'abbattimento di PFAS attraverso l'utilizzo di questi filtri.

rapporto PFAs prima del filtraggio a carboni attivi

rapporto PFAS dopo il filtraggio a carboni attivi

CONCLUSIONI

Ebbene, noi tutti, ora, possiamo sapere che l'acqua del rubinetto è monitorata anche per quanto attiene a queste sostanze perfluoroalchiliche. Ma non troveremo mai riscontro nell'etichetta di una minerale dell'esistenza di questi composti chimici.
Genitori! Dalla bottiglietta di minerale che avete preteso alla mensa dei vostri bimbi, non si può capire se ci sono PFAS, né in quale percentuale (così come non capirete se siano o meno presenti altri elementi chimici).
Siete ancora convinti che la bottiglietta sia la scelta più giusta?
Io no.
risposta di Acque Veronesi sul caso PFAS

1 commento:

Anonimo ha detto...

La filtrazione domestica non rende potabile un'acqua che gia' lo e', come quella dell'acquedotto che arriva nelle nostre case. Gli impianti di depurazione nei rubinetti a casa, al contrario, spesso tendono a peggiorarla, addolcendola troppo e talvolta immettendo batteri non presenti prima della filtrazione.

dal sito http://www.altroconsumo.it/nt/nc/comunicati-stampa/filtrare-l-acqua-a-casa-una-spesa-inutile-inchiesta-altroconsumo-su-impianti-depurazione-domestica