lunedì 18 novembre 2013

Tribunale di Legnago. Stop alle udienze civili da oggi. Ora si spera nel referendum abrogativo



Staccata la spina al Tribunale di Legnago. Da oggi non si terranno più udienze civili nell'antico palazzo di Piazza San Martino.
L'ulteriore mese di proroga - sino a San Silvestro 2013 - concessa dal Ministero della Giustizia per l'apertura del Palazzo di Giustizia legnaghese sarà semplicemente funzionale alle operazioni di trasloco.
Ma la Sezione Distaccata legnaghese potrebbe miracolosamente resuscitare.
Già perchè – ed è la prima volta nella storia repubblicana – nove consigli regionali (per l'art. 75 Cost ne sarebbero bastati 5) hanno proposto un referendum abrogativo sul decreto legislativo “Severino”, n. 155/12, che ha previsto ed attuato, a far data dal 15 settembre
scorso, la riduzione e l’accorpamento di 37 tribunali sui 165 esistenti, di 38 procure e la soppressione di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale, tra cui quella di Legnago, mantenuta in vita fino.
La proposta referendaria ha superato il primo vaglio di legittimità, ovvero il controllo dell'ufficio Centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione.
In attesa del secondo controllo, quello della Corte Costituzionale, gli avvocati legnaghesi tornano quindi a sperare.
Se anche dalla Consulta arrivasse – a febbraio - il semaforo verde, solo lo scioglimento anticipato delle Camere o un'abrogazione della legge taglia tribunali potrebbe bloccare il referendum; va profilandosi la possibilità concreta, quindi, di andare al voto tra il 15 aprile e il 15 giugno, probabilmente in un election day con europee ed elezioni comunali.
Nella totale incertezza e tra i più grandi disagi, in particolar modo per gli utenti più deboli, quali anziani, malati e beneficiari vari di amministrazioni di sostegno e provvedimenti di tutela, la riforma della geografia giudiziaria va comunque avanti. E stupisce come la Regione Veneto, tanto attenta ad un referendum farsa, palesemente anticostituzionale, quale quello per la secessione dall'Italia, non abbia mosso un dito per salvaguardare i nostri tribunali e, quindi la nostra gente. Per fortuna ci hanno pensato Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Campania, Liguria e Piemonte.

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