In
arrivo la nuova tassa che colpisce anche gli inquilini in affitto

In
pratica, per accontentare Silvio, il Governo ha rinunciato a far
pagare questa imposta - nei limiti suddetti - e ha restituito ai
Comuni i soldi che questi non hanno incassato.
Ma
lo Stato di soldi ne ha sempre di meno e per il 2014 cesserà i
rimborsi.
E
i poveri comuni?
Il
Governo ha previsto per loro il ruolo dello Sceriffo
di Nottingham, vale
a dire l'antipaticissimo compito dell'esattore, e ha partorito un
mostro a tre gambe: la IUC (nuova imposta unica comunale).
Dicevamo
delle tre gambe, dunque: Imu, Tari (tassa sui rifiuti sorella gemella
della Tares, ma è bello cambiar nome) e la Tasi (che qui da noi in
Veneto assume anche una declinazione imperativa, il famoso “paga e
tasi!”).
Idealmente
lo Stato non obbliga i Comuni ad imporre la Tasi ma tant'è, vedrete
che a Legnago e quasi ovunque non si potrà farne a meno (il gettito
Imu complessivo per i Comuni era di 4mld di €, ora sarà di 1mld si
€).
Dunque
conosciamo il nemico: è una tassa sui servizi indivisibili, ovvero
illuminazione
pubblica,
manutenzione
e le migliorie per le strade e il verde pubblico, vigilanza urbana
etc.; si paga in relazione ai fabbricati.
Gli
esegeti più ottimisti l'hanno definita una tassa federalista, perché
i Comuni hanno grandi possibilità per plasmarla secondo le proprie
esigenze.
Regole
auree: la somma dell’aliquota Tasi e di quella Imu non deve
superare il limite del 10,6 per mille della rendita catastale;
inoltre l'aliquota massima della Tasi per l'abitazione principale ha
un suo tetto massimo (sembra che questa settimana il Governo abbia
acconsentito all'aumento da parte dei Comuni dal 2,5 per mille al 3,3
per mille... ma vedremo).
Altra
grande novità: la Tasi non la pagheranno solo i proprietari di casa.
No. Dovranno sganciarne una percentuale anche quelli che vivono in
affitto (i Comuni decideranno se dovranno pagare una quota dal 10% al
30%).
Veniamo
a noi. Avremo, bene o male, altri due milioni di euro di mancati
trasferimenti erariali (quelli dell'Imu abitazione principale).
Quindi
o aumenterà l'Imu sugli altri immobili o sarà introdotta la Tasi.
A
tal riguardo, nella speranza che chi ci amministra faccia la scelta
migliore per la nostra Città, mi permetto di far mia una riflessione
sul concetto di abitazione principale.
Il
tema è stato troppe volte affrontato in modo ideologico.
Un
conto è la famigliola di Paperino che con un mutuo ancora sul
groppone – e un'ipoteca legale sulla testa - ha acquistato la
propria unica casetta per viverci.
Un
altro è la famiglia benestante di Paperone che – certo – vive in
un'abitazione, che è detta principale, ma ne ha anche una seconda,
una terza, una quarta e così via.
Ecco
le imposte sugli immobili possono (finora non l'hanno fatto) oggi,
con la Tasi, distinguere tra le due fattispecie che potremmo
sinteticamente riconoscere in a) abitazione principale (perché
Paperone ne ha altre); b) abitazione unica (perché Paperino solo
quella ha).
Se
non distinguiamo - esentando dal pagamento il proprietario della propria unica abitazione - non solo rischiamo di vessare, con una nuova tassa, anche chi lo merita meno degli altri, ma vedremo demolito ogni bel discorso politico sul dogma dell'intangibilità fiscale dell'abitazione principale.
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