martedì 15 maggio 2018

Santi vs Mascolo. Perché il Paschi ha ragione



Torno a parlare ai miei venticinque lettori del consiglio comunale di Legnago.
In particolare qui rifulge la stella di Luigi Santi, consigliere PD noto alle cronache per aver richiesto la nomina dei propri figli tra gli scrutatori nonché per le infelici battute che non fanno ridere nemmeno gli inglesi.
Ebbene, il Santi, accorto
si che il Presidente del Consiglio Comunale, il giovane Giovanni Mascolo, non era più in linea con l’amministrazione, ha invocato la sua revoca, subito sostenuto dall’altro savio di Palazzo de Stefani, il grillino Castelletto.
In una girandola di sentenze di Tar e di Consiglio di Stato sparate alla maniera della super cazzola, il consigliere del PD non si è accorto di essere completamente fuori strada.
Infatti, come dovrebbero sapere tutti coloro che calcano le pedane dell’ultimo dei consigli comunali (basterebbe leggere l’art. 39 Tuel), l'atto di revoca del Presidente del Consiglio Comunale è legittimamente assunto qualora - oltre che da motivazioni strettamente politiche - sia assistito dal comprovato cattivo esercizio delle funzioni del medesimo, in punto di neutralità e correttezza della condotta istituzionale.
Insomma, qualora Paschi venisse revocato dalla nuova strana maggioranza PD + “scilipotiani”, egli potrebbe con ottime prospettive ricorrere al TAR Veneto per essere reintegrato, con vittoria di spese.
Infatti, andando oltre agli aspetti meramente politici che si esauriscono nell’ambito della contrapposizione politica, il Tribunale dovrebbe valutare la legittimità formale del provvedimento di revoca.
In altre parole, la revoca sarebbe legittima solo se supportata da dimostrate circostanze relative all’inidoneità di Mascolo a ricoprire la carica, alla sua scorrettezza e parzialità nel presiedere l’assemblea.
Il regolamento consiliare legnaghese non disciplina la revoca del Presidente del Consiglio comunale per cui è lecito ritenere che la mozione di revoca possa essere presentata anche solo dal consigliere Santi (o magari dall’accoppiata Santi – Castelletto).
Auguri.


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